Intervista a G.Leopardi

Vi siete mai chiesti che cosa potrebbe accadere se per caso ci si trovasse ad intervistare il grande Giacomo Leopardi?

Vi sorprendereste di quanto assonante e incredibilmente vicina ai nostri tempi sia stata l’esperienza di vita del poeta, che pur a distanza di secoli ci riporta all’essenza dei quesiti esistenziali più profondi dell’umanità.

 

Quanto è importante per lei la scrittura.

Se non scrivessi non saprei come fare: sono un curioso spettatore della vita, delle conversazioni, delle vite degli altri e della mia. Attraverso la scrittura sono riuscito a superare la mia solitudine interiore. La poesia, per me, rappresenta l’unico modo di tendere all’immortalità.

Da che cosa deriva il suo pessimismo?

Mi sono sempre ribellato ogni volta che qualcuno ha voluto riportare il mio pessimismo a ragioni biografiche. Il mio pessimismo non dipende solo dalla mia malattia, quanto piuttosto dalla presa di coscienza, dell’inutilità della vita umana di fronte ad un meccanismo complesso di creazione e distruzione.Certo non sono mai stato un uomo d’azione, lo ammetto: ma ho sempre cercato, nel mio modo di concepire la letteratura, nel mio fantasticare interiore e nelle risorse individuali una risposta per me e per gli altri.

0 natura, natura, perché non rendi poi quel che prometti allor ? Perché di tanto inganni i figli tuoi ?Il suo rapporto con la Natura è sempre conflittuale?

Ne sento allo stesso tempo il fascino e la repulsione, in una specie di “odi et amo” catulliano. Meditando sul problema del dolore ho scoperto che proprio la natura ne è la causa , perché è proprio essa che ha creato l’uomo con un profondo desiderio di felicità, pur sapendo che egli non l’avrebbe mai raggiunto. La natura resta pur sempre una matrigna crudele e indifferente ai dolori degli uomini, una forza oscura e misteriosa, governata da leggi meccaniche e inesorabili.

Continua ancora ad annoiarsi?

La noia è il più sublime dei sentimenti umani. La vita oscilla inarrestabilmente come un pendolo tra il dolore e la noia, in un eterno meriggio privo di tramonto ristoratore.Il dolore,non esclude che l’uomo cerchi e speri di superarlo, mentre la noia è angoscia e disperazione. La vita è complicata. A volte viene quasi la tentazione di dimettersi da essere umano e diventare come il passero solitario, che da solo basta a se stesso.

Considera sempre la ragione come causa di infelicità ?

La ragione è colpevole di aver distrutto le illusioni con la scoperta del vero, ma è anche l’unico bene rimasto agli uomini, i quali, forti della loro ragione, possono non solo porsi eroicamente di fronte al vero, ma anche conservare nelle sventure la propria dignità, anzi, unendosi tra loro con fraterna solidarietà, come affermo nella “Ginestra “, possono vincere o almeno lenire il dolore.

Che cosa rappresenta l’amore per Leopardi.

L’amore è un sogno che, nell’impatto con la realtà, si risolve in delusione.

Or poserai per sempre stanco mio cor. Perì l’inganno estremo che eterno io mi credei“.L’illusione è dell’amore il frutto più dolce e più amaro in tutte le sue espressioni.

Chi è oggi Leopardi ?

C’è stato un tempo in cui ho sentito la vita diventarmi estranea e il risultato è stato un blocco psicologico che mi ha impedito per molto tempo qualsiasi partecipazione alla realtà sociale. Oggi mi sento riconciliato con la vita, con le persone, con gli affetti.Finalmente mi perdo nell’infinito senza la paura di essere ferito, soltanto con la consapevolezza di essere un poeta che da sempre ha amato gli uomini e il loro fragile modo di essere mortali.

Che fine ha fatto la “ lettera ad un giovane del XX secolo che lei avrebbe dovuto pubblicare ?

Questa “lettera a un giovane” non l’’ho mai scritta, era un progetto letterario tra i molti mai realizzati. E del resto anche il giovane a cui intendevo rivolgermi non esiste più, appartiene anche lui a un secolo passato. Tuttavia nelle mie lettere, nei pensieri e anche nelle poesie, mi rivolgo al futuro, con un appello appassionato ai giovani, perché si ribellino alle ingiustizie, agli egoismi del mondo dei vecchi. E’ rischioso, ma se si vuol crescere e godere un po’’ di felicità il giovane deve osare.Voglio dire alle nuove generazioni di credere nel domani e nella forza della letteratura come consolazione.

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