{jcomments on}Mia madre è morta da poco. Ho voglia di ricordarla felice.
Quando?
Quando in bicicletta raggiungevamo la cascina Vaiana, in estate o nel primo autunno. Mi piaceva vederla felice. Probabilmente non lo è stata molto. Ricordo quei momenti come il vero paradiso. Per quella sorta di empatia che ho sempre avuto con mia madre. Il suo umore ha pericolosamente influenzato il mio: era nervosa, ero nervosa; era in ansia,
ero in ansia; era angosciata, ero angosciata. Ma quando era felice, io toccavo il cielo con un dito.
Le corse in bici, lei che rideva, l’uva dei merli tra i fossi, i canti mentre sfogliavamo il granoturco. Eppure lei non ha mai voluto ammettere di sentirsi felice quando tornava nei luoghi della sua infanzia. Ne ha sempre parlato male; si è sempre detta: per fortuna ne sono uscita. E forse non si è mai saputa spiegare il perché della sua nostalgia e la felicità di ritrovarsi tra i suoi parenti in cascina.
Ma io coglievo tutto di lei, niente mi sfuggiva. Se sapesse che i veri attimi di felicità che mi ha regalato sono stati quelli che lei razionalmente negava a se stessa…
C’è un momento della vita in cui tutto è perfetto e le speranze per il futuro sono grandi…
Per fortuna un pezzetto di paradiso lo respiriamo tutti! (C. O)