Napoli o l’elogio della lentezza


Parto …non dimenticherò né la via via Toledo né tutti gli altri quartieri di Napoli; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell’universo” (Stendhal)

Napoli non ha un solo cuore , ne ha mille. Quando penso a questa città mi vengono in mente talmente tante cose che i pensieri si accavallano, corrono per i fatti loro, mi portano lontana, poi tornano, si focalizzano su un momento vissuto e si intrecciano di nuovo. Le sue strade sembrano essere ferme ad un tempo  remoto, ma tutto intorno si muove in un vortice di colori, odori, bagliori.

Napoli è un “intrecciarsi” di vita che sa di tante cose e molti sono i motivi per cui la si può amare o meno, ma soprattutto ha una stupefacente capacità di resistere alla paccottiglia kitsch da cui è oberata, una straordinaria possibilità di essere continuamente altro rispetto agli insopportabili stereotipi che la affliggono.

Spesso si entra in questa città in modo sbagliato. Portandosi dietro desideri e immagini fuorvianti o per lo meno unilaterali. Sicché molto della vita della città finisce per sfuggire, ma per il viaggiatore che sa mescolarsi con la folla del popolo, la vita stessa di Napoli presenta un infinito interesse. Si può dire persino che chi non è stato a Napoli, non ha visto lo spettacolo della vita popolare perché questa città rimane l’ultima metropoli plebea, l’ultimo grande villaggio.

Per vedere la folla realmente colma dell’incosciente e spensierata gioia dell’esistenza, bisogna passare per la famosa Spaccanapoli. I suoi stretti marciapiedi dalla mattina alla sera rigurgitano di gente che sa essere felice della semplice coscienza del proprio vivere. Sembra quasi che il napoletano viva soltanto quando prova piacere. E nessun altro essere umano ama il mondo di un amore così forte, tenace, animalesco. La fretta qui è considerata la manifestazione di un disturbo nervoso; impossibile chiedere due informazioni nello stesso momento.Dopo alcuni giorni di permanenza, anche il turista comincia a trovar gusto nella lenta passeggiata su e giù per vie del centro. Il continuo movimento della folla senza nessuna ragione evidente finisce col non meravigliarlo più e la bellezza della città lo prende a tal punto da fargli perdonare i difetti di questo popolo.

Laura

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