Toti: anziani non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese

Ancora una volta la pandemia non solo ha reso evidente le contraddizioni e i processi sociali che gia esistevano e attraversano la società, ma ha diviso tra ricchi e poveri, tra chi ha risorse culturali e chi non ce le ha, chi ha relazioni e chi è completamente solo e deve essere tutelato.

Quindi è chiaro che nei confronti degli over 70, più fragili, ma cittadini a tutti gli effetti, debba essere messo in atto un sistema sicuritario, un elemento di cautela e di protezione evitando che il virus torni a seminare morte tra queste fasce d’età così martoriate nella prima ondata.

Ma è difficile trovare le parole giuste per commentare il tweet di Giovanni Toti.

“Per quanto ci addolori ogni singola vittima del Covid19, dobbiamo tenere conto di questo dato: solo ieri tra i 25 decessi della Liguria, 22 erano pazienti molto anziani. Persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate”.

Si è espresso in maniera orribile sia nella forma sia nella sostanza, non degno di un presidente di Regione. La rettifica successiva, in un tempo di presentismo, è una toppa che non serve a sminuire la gravità del suo ragionamento. Il presidente, distingue le persone fra utili e inutili a secondo del loro valore produttivo, come se per gli anziani essere vittima del Covid fosse solo un incidente di percorso. In questa affermazione si nasconde tutta la superficialità di uno sgradevole senso comune, chi è il più forte ha più diritti e chi non produce  non conta, si nasconde la superficialità di chi considera gli anziani intralci da sopportare.

Certo gli anziani non sono produttivi nel senso stretto di stare alla catena di montaggio, ma sono uno dei pilastri fondamentali della nostra società, perché sostengono il reddito delle nostre famiglie. Sono loro che curano i nipoti quando i figli lavorano, sono loro che si dedicano ai genitori in difficoltà: sono il nostro welfare.

Mi auguro che il governatore Toti si occupi più della sua regione che non della improduttività di noi anziani e magari provi a riflettere sulla possibilità che tra qualche anno sarà lui un “diversamente giovane”.

Laura 

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