BASTA

BASTA

Il femminicidio di Giulia Cecchettin ci ha colpiti nel profondo,forse perché ne hanno parlato per più giorni,dal momento che la ragazza era sparita,fino a quando hanno trovato il suo corpo in quel dirupo e poi il fermo del suo ex fidanzato in Germania.

Nel corso dei giorni c’è stato tempo per sperare che non si trattasse dell’ennesima tragedia e poi di vedere confermate le peggiori previsioni.E intanto abbiamo man mano focalizzato che si trattava di due ragazzi molto giovani,lei prossima alla laurea,lui dello stesso corso di studi, ingegneria biomedica,e abbiamo scoperto che erano figli della piccola borghesia, ragazzi come tanti che hanno vissuto una vita senza traumi  e privazioni.

Filippo Turretta non era cresciuto in un ambiente violento . E allora la domanda che tutti ci siamo posti è: perché?

Si sono scomodati fior di psicologi,psichiatri, sociologi per spiegarcelo e io , che non ho titoli per poter fare analisi accurate, posso solo parlare in base alla mia esperienza di vita e alle emozioni che questi fatti suscitano in me.

Ho 73 anni e, nel corso della mia vita , ho visto grandi cambiamenti soprattutto nella vita delle donne.Sono nata in provincia di Milano,non nell’estremo sud,eppure ricordo che erano già gli anni 60 quando abbiamo potuto permetterci di indossare i pantaloni.Premetto:sono nata e vissuta in una famiglia proletaria. Siamo state più libere delle nostre mamme e abbiamo potuto scegliere i nostri fidanzati senza grosse limitazioni,ma chi restava incinta  fuori dal matrimonio veniva ostracizzata

e,pur non essendo obbligata,ripiegava sul matrimonio riparatore.

I ragazzi erano più liberi di noi ragazze ,potevano permettersi di fare le ore piccole,noi no.

Man mano la società è cambiata.Le ragazze hanno potuto studiare quanto i ragazzi, si sono emancipate e hanno chiesto sempre maggiore libertà.

Come hanno reagito i maschi, abituati da secoli a ritenersi privilegiati rispetto alle femmine?

Non tutti allo stesso modo. C’è chi nella donna compagna di vita ha trovato un appoggio e una vita a due più appagante;c’è chi si è calato nel ruolo di “macho che non deve chiedere mai”e ha trovato donne un po’ masochiste che si adeguano a quello stile di vita.

Ma non sempre le aspirazioni collimano.

E per fortuna , al giorno d’oggi, se due non ce la fanno a stare insieme con dignità e rispetto,possono lasciarsi e tentare ,se vogliono,di ricostruirsi un futuro con un’altra persona.

Una possibilità di grande civiltà a cui tutti/e dovremmo essere grati/e.

Certo,uno dei due soffrirà di più, ma che senso ha stare con una persona che non ti ama più e forse ti disprezza.

In questi casi i modi di agire di alcuni uomini diventano pericolosi per le donne.

Si dice che si tratta di uomini fragili,che non avendo un’identità che dia loro sicurezza la ricercano nell’approvazione del partner,quando questa viene a mancare, vanno”fuori di testa”e fanno di tutto per tenersi stretti quello che non è un feticcio, ma una persona altra con le proprie pulsioni  e i propri desideri.

L’altra si oppone e loro uccidono.

“Non potevo  vivere senza di lei”dicono.E mettono in atto la forza bruta,privando l’altra della libertà di vivere,perché decide di lasciarli.

Gli esperti ci dicono che questi individui non sanno elaborare la gelosia e la rabbia.

E allora io mi dico:vogliamo fare un discorso sull’educazione che viene impartita a livello familiare,di scuola e di società?Anche perché ora tutti i discorsi vanno nella direzione:la scuola deve fare…OK, ma non dobbiamo dimenticare che il clima culturale che uno respira è sui modelli che la società nel suo complesso propone. Vogliamo parlare dei modelli di donna e di uomo che ci vengono propinati ogni giorno  da social TV, cinema ,giornali, e riviste ?!? Stendiamo un pietoso velo.

Vogliamo parlare dell’educazione in famiglia?

Bambini cresciuti nella bambagia, a cui non si nega niente. Bambini nell’illusione che tutto gli sia dovuto, basta chiedere. Bambini cresciuti senza fare i conti con le frustrazioni che la vita ti dà, perché la ragione è sempre dalla loro parte.

I genitori arrivano a criticare insegnanti, preti, datori di lavoro…e i ragazzi crescono con l’idea miracolistica che la realtà possa piegarsi ai loro bisogni.

 E la scuola cosa può fare?Certo è importante che ci siano momenti in cui si possa riflettere sul proprio e altrui comportamento all’insegna  dell’accettazione e del rispetto per tutti. Ma ricordiamoci che, a una certa età, più che la scuola contano i modelli fuori.

Occorre che ci sia una rivoluzione culturale.

E bene fanno le donne , giovani e meno giovani ,accanto agli uomini di buona volontà a scendere in piazza per rivendicare la fine  del patriarcato e un più marcato controllo di tutto ciò che impedisce alla donna di essere paritaria all’uomo.

Basta con stipendi inferiori! Basta con la violenza esibita  costantemente nelle fiction! Basta con l’esaltazione della forza bruta! Basta coi luoghi comuni! Basta con l’idea malata che la donna possa essere di qualcuno! Basta con i femminicidi.

Carmen

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