Vivere il giardino

Vivere il giardino

Tutti conosciamo i benefici conseguenti la pratica di una regolare e adeguata attività fisica e sappiamo come l’esercizio all’aria aperta risulti uno strumento efficace per la prevenzione, a livello di popolazione, delle patologie cronico- degenerative. Per questo in tempi recenti, si è manifestato un particolare tipo di interesse per il mondo vegetale, che vede nel giardinaggio e nelle sue pratiche, una forma di terapia volta al miglioramento del benessere fisico e psicologico delle persone.
Infatti, è ormai scientificamente accertato che l’individuo reagisce alla presenza delle piante, di quelle arboree in particolare, non solo con la semplice constatazione della loro bellezza. Un ambiente contenente vegetazione o qualsiasi altra forma di natura impiega la mente senza fatica e, allo stesso tempo, la esercita, la tranquillizza e la rivitalizza e, di conseguenza, attraverso l’influenza della mente sul corpo, rinvigorisce l’intero sistema.
Troviamo conferma di tutto ciò nel libro del medico Cristina Borghi, UN GIARDINO PER STARE BENE. Perché il giardino ci regala la salute e come progettarlo (Urra ( link)- Apogeo , 2011)
“L’ attività fisica ha effetti straordinari nella prevenzione delle malattie, soprattutto quelle legate al benessere e all’allungamento dell’aspettativa di vita; le attività in giardino sono un esercizio efficiente, bilanciato,

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costante, gradevole, poco costoso, mantengono in buona salute e ritardano quindi la necessità di assumere farmaci.”
Le diverse operazioni che comportano l’accudimento delle piante racchiudono in sé una serie di metafore che ci aiutano

 

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a liberarci dai pesi che il nostro inconscio nasconde .Eccone alcune tratte dal libro sopra citato.
“Pulire per preparare il terreno all’impianto significa mettere ordine nella nostra vita, strappare le erbacce significa operare alcune scelte per risolvere i problemi.
Zappettare, rimuovere i sassi, dissodare il terreno ci aiuta a superare gli ostacoli,a scavare nel nostro cuore, a riconoscere gli errori per imparare a cambiare rotta e non commetterne altri simili.
Seminare è un atto di fiducia nel futuro e un allenamento alla pazienza, al contenimento dell’urgenza di voler fare tutto subito.
Piantare è intraprendere una nuova avventura che ci permette di liberare la nostra creatività. La scelta del posto e del momento giusto aiutano a sviluppare capacità decisionali e di pianificazione.
Far crescere le piante, prendersene cura ci insegna a dedicarsi agli altri senza risparmio. Ci rendiamo conto della grande gioia che il dare arreca. Secondo alcuni psicologi l’altruismo è una forma di “positivo egoismo”: aiutare gli altri ci fa sentire bene, utili, ci dà una collocazione concreta in seno alla comunità, ci distrae dai nostri problemi, facendoci capire che la vita è dura per tutti, ma che come dopo la pioggia battente esce il sole, così dopo un evento che ci sconvolge torna il sereno.
Potare rappresenta il coraggio di tagliare i rami secchi della nostra vita,ci stimola alla scelta delle priorità e all’essenzialità per far rifiorire il corso del nostro cammino.
Trapiantare indica il cambiamento, la volontà di lasciare una strada che non ci appartiene per imboccarne un’altra, sconosciuta, con speranza e fiducia.
Mantenere un’aiuola, un giardino ci insegna a non pretendere il controllo totale. In giardino l’ossessività è bandita: le foglie continuano a cadere appena dopo che le abbiamo raccolte, le erbacce ricrescono subito dopo averle estirpate; la natura giustamente rispetta le sue esigenze e il suo ordine disordinato, ma estremamente efficace.”

 

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