L’ISOLA DI MAJORCA

Con la pensione mi sono regalata un’altra vita! La vita vera, quella che avrei voluto vivere da sempre. Sono tornata dall’Abruzzo e ora parto per Majorca.

Nonostante la pioggia, il sottofondo è quello delle campane a festa. Libera come l’aria! Finalmente non devo più rendere conto a nessuno. Vivo come voglio. E i miei occhi, i miei sensi tutti, si riempiranno ancora di paesaggi inusuali, di brezza marina, di facce nuove, di sole e di vento … e tornerò più ricca, come sempre dopo ogni viaggio.

Qui è ancora estate. E’ tutto un susseguirsi di promontori e calette. Promontori di rocce grigio-rossastre bucherellate dagli spruzzi del mare, ricoperti di pini. Calette che si insinuano come fiordi, con spiagge dalla sabbia fine e chiara. Case bianche dappertutto!

Cala Egos: un mare verde-acqua, smeraldo nei punti più profondi. Scendi in acqua appoggiando i piedi sul velluto di una sabbia finissima. Piccole sono le conchiglie che approdano qui. L’acqua ti fascia tiepida e avvolgente. Non fai fatica a nuotare perché non ci sono onde e galleggi anche senza muoverti. Stupendo! Alzi gli occhi e vedi il cielo e i pini alti, stagliati contro l’azzurro. Le rocce chiudono a esse la baia. Peccato per i due mostri-hotel che delimitano la spiaggia. Ma, quando esci in mare, la vista è quella delle rocce e degli alberi. Che pace!

Majorca è una bella città battuta dal vento, con edifici imponenti, una rambla come a Barcellona, piazzette riparate e tanto verde.

Al ritorno a Milano, è bastata una frase di Amos Oz (“Non dire notte”): “Soffiava una brezza da ovest, come se volesse portare il mare fin qui” perché il ricordo di Majorca risorgesse vivo alla mente…Quando cercavamo “es forti” (il forte), in cui ci eravamo imbattuti il primo giorno e che, in seguito, non riuscivamo più a trovare, percorrendo strade e strade con case bianche, scoprivamo il mare di continuo: a destra, a sinistra, dritto, in fondo a una strada chiusa… Il mare!

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Blu, ondeggiante, vivo. Il suo respiro ci avvolgeva, ci riempiva gli occhi, le orecchie, il naso, la mente. E’ l’effetto di una costa frastagliata e, a tratti, molto urbanizzata. Il mare sembra penetrare dappertutto.

 

Il mare come archetipo: incute timore ed attrazione insieme, come un padre ancestrale. Su un’isola la sua presenza è possente e lo senti ovunque, come una parte di te. Può farti compagnia o travolgerti, può darti la vita, quella delle emozioni, o schiacciarti, facendoti percepire tutta la tua inconsistenza.

Carmen

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