LA VITA AGRA

LA  VITA  AGRA  di  L.Bianciardi

Un’amica ha “scoperto” questo libro frequentando un gruppo di lettura. Me l’ha consigliato. L’ho letto e a mia volta lo consiglio via web.

E’ un libro del 1962 ancora attualissimo. E’ la storia di un anarcoide precario nella brumosa Milano del boom economico. Alcune descrizioni hanno il sapore della profezia.

A monte c’è un fatto da “Antologia di Spoon River”: per il pressapochismo di un capitalismo raffazzonato che mira solo a far “dané”, muoiono quarantatre minatori nel Grossetano. Un giornalista di provincia, che segue i fatti, decide di partire per Milano per far saltare in aria il grattacielo della compagnia mineraria. Ma a Milano si … perde. Si perde per le strade trafficate, alla ricerca di contatti che rimangono superficiali e frustranti. Si perde in una nuova storia d’amore e nella ricerca di lavori che restano saltuari e di scarso spessore. Si perde nella routine del quotidiano, teso a rimediare giusto i soldi che gli servono per sopravvivere.

Nel libro c’è tutta l’ironia e l’amarezza di un intellettuale che non riesce a riconoscersi nei valori borghesi, ma che perde di vista anche una sana reazione di protesta. Per questo il libro risulta così moderno. E’ un po’ la nostra storia, di gente che ha creduto in un cambiamento della società ma che ha perso per strada tutte le illusioni e che si ritrova, con fatica, a “sopravvivere” giorno per giorno.

La storia raccontata è in parte autobiografica. Per questo la mia amica consiglia, a chi ha apprezzato il libro, di leggere la biografia “Vita agra di un anarchico” di Pino Corrias, ed. Feltrinelli.

Carmen

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